giovedì 17 aprile 2008

INDAGINE ISTAT: CRESCE IL CONSUMO DI ALCOL TRA GLI ADOLESCENTI

Cresce in Italia la diffusione del consumo di alcolici tra gli adolescenti. Lo rivela l'Istat nell'indagine 'Multiscopo 2007', condotta ogni anno per scoprire lo stile di vita degli italiani

Cresce in Italia la diffusione del consumo di alcolici tra gli adolescenti. Lo rivela l'Istat nell'indagine 'Multiscopo 2007', condotta ogni anno per scoprire lo stile di vita degli italiani. Benche' la diffusione del consumo di alcol in Italia risulti sostanzialmente stabile negli ultimi 10 anni, preoccupa la crescita del fenomeno tra i ragazzi di 11-15 anni, con il 19,9% che dichiara di aver consumato una o piu' bevande alcoliche almeno una volta nell'anno. Considerando poi la fascia di eta' tra i 14 e i 17 anni, tra il 1998 (anno a partire dal quale sono stati utilizzati quesiti confrontabili con l'indagine corrente) e il 2007 il consumo di alcol passa dal 12,6% al 20,5%, e cresce anche fuori pasto, in particolare fra le ragazze (dal 9,7% al 17,9%), pur rimanendo piu' diffuso tra i maschi, per i quali sale dal 15,2% al 22,7%. Il consumo di alcol tra minorenni e' particolarmente preoccupante in quanto molto spesso non sono ancora in grado di metabolizzare adeguatamente l'alcol, per questo uno degli obiettivi dell'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Salute, per il 2010 e' ridurre a zero la quota di ragazzi fino ai 15 anni che consumano bevande alcoliche. Anche gli anziani, oltre ai giovani sono un segmento di popolazione sensibilmente esposto a comportamenti a rischio, anche se per motivi differenti: la soglia di eta' dei 65 anni e' quella a partire dalla quale anche l'assunzione di piu' di una sola unita' alcolica al giorno diviene un comportamento non salutare.

mercoledì 16 aprile 2008

CASSAZIONE:CALL CENTER, LAVORATORI HANNO DIRITTO AL CONTRATTO

Stress da call center

Ansa - Mar 15 Apr
ROMA -I lavoratori dei call center che prestano servizio nella struttura di una societa' hanno diritto ad un contratto di lavoro subordinato dal momento che utilizzano attrezzature e materiale aziendale e non possono essere considerati, dal datore, come lavoratori autonomi.
Lo sottolinea la Cassazione con la sentenza 9812 della sezione lavoro. Con questo verdetto la Suprema Corte ha respinto il ricorso della 'Solidea sas', una societa' di Padova che aveva un call center nel settore pubblicitario, contro la decisione con la quale la Corte di appello di Venezia, nel 2005, l'aveva condannata a pagare oltre mezzo miliardo di vecchie lire all'Inps come contributi previdenziali evasi ai danni di 15 centraliniste precarie scoperte a lavorare presso la societa' durante un controllo degli ispettori del lavoro, avvenuto nel 1997.
Contro la multa, la 'Solidea' aveva fatto ricorso al Tribunale di Padova sostenendo che le dipendenti svolgevano lavoro autonomo. Il tribunale diede ragione alla 'Solidea' e straccio il verbale dell'Inps. Ma in appello la Corte di Venezia ribalto' l'esito e confermo' la natura subordinata del lavoro svolto dalle 15 centraliniste. Senza successo la 'Solidea' ha protestato in Cassazione.
Gli 'ermellini' hanno replicato che ''correttamente'' la Corte d'Appello ha considerato ''qualificanti della subordinazione delle dipendenti, con mansioni di telefoniste, le circostanze che esse seguivano le direttive impartite dall'azienda in relazione ad ogni telefonata da svolgere prendendo nota dell'esito e del numero di telefono chiamato, del fatto che avevano un preciso orario di lavoro, che usavano attrezzature e materiale di proprieta' della societa' ''. Cosi' il ricorso della 'Solidea' e' stato respinto.(ANSA)

lunedì 24 marzo 2008

LA PROVINCIA PUBBLICA IL QUADRO DELLE ADDIZIONALI COMUNALI


CARCERE, CODICE PENALE: PRESENTATO IL TESTO PISAPIA


La proposta di riforma prevede la cancellazione dell'ergastolo, sostituito da una pena massima di 32 anni, elevabile a 38 per i reati più gravi


Abolizione dell'ergastolo, una condanna che e' "piu' simile alla pena di morte". E' la novita' tra le piu' significative del ddl di riforma della parte generale del Codice penale, schema presentato oggi al ministro della Giustizia Luigi Scotti. La commissione di studio presieduta da Giuliano Pisapia stabilisce che il massimo della pena da infliggere ad un condannato deve essere di 32 anni, elevabili fino a 38 anni per i casi di reati piu' gravi.
La relazione del documento sottolinea che sulla scelta di sostituire nel Codice l'ergastolo con la "detenzione di massima durata c'e' stata una lunga e approfondita riflessione". Si e' tenuto conto "della contrarieta' di gran parte dell'opinione pubblica e dei paventati rischi di indebolire la lotta alla criminalita' organizzata"; ma la commissione a larga maggioranza ha deciso "di non prevedere la pena dell'ergastolo", sulla base di dati oggettivi "che dimostrano come la pena perpetua, cosi' come la pena di morte, non ha mai avuto quell'efficacia deterrente che molti prospettano".
L'ergastolo, si sottolinea, e' "una pena iniqua che pone non pochi dubbi di legittimita' costituzionale"; e cancellarlo e' anche un "atto di civilta' imposto da ragioni di carattere etico-politico perche' l'ergastolo non e' assimilabile alla reclusione ma e' una pena assai piu' simile alla pena di morte". La commissione aggiunge poi che il carcere a vita non c'e' in molti paesi europei, come Norvegia, Portogallo, Spagna, Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina. In altri Stati, ricorda la commissione, seppure previsto in astratto l'ergastolo "non viene applicato in concreto", come in Olanda, Polonia, Albania, Serbia e Ungheria.


lunedì 10 marzo 2008

CONVEGNO "LE PENE DEL FINE PENA"


A Milano il 12 marzo l'associazione Antogone promuove un incontro sugli ostacoli al reinserimento sociale degli ex detenuti


L'associazione “Antigone Lombardia”, in collaborazione con la Camera penale di Milano organizza l'incontro pubblico “LE PENE DEL FINE PENA - ostacoli sulla via del reinserimento sociale”, mercoledì 12 marzo alle ore 18.00 presso la Camera del Lavoro di Milano, Corso di Porta Vittoria, 43.
All'incontro interverranno tra gli altri: il giornalista Riccardo Bocca, caporedattore de “L'Espresso”, che ha documentato – anche con un video che verrà proiettato nel corso dell'iniziativa – le difficoltà concrete che incontra una persona che esce dal carcere; l'avvocato Giuliano Spazzali e Giorgio Bertazzini, Garante dei diritti delle persone limitate nella libertà della Provincia di Milano.
“La gran parte delle persone detenute in Italia – dichiara Alessandra Naldi, responsabile dell'associazione Antigone Lombardia – non sono in carcere per aver commesso reati di particolare gravità come omicidi, stupri o violenze fisiche; si tratta per lo più di individui ritenuti responsabili di reati minori come furti, reati legati al consumo di stupefacenti. Molti anche gli stranieri detenuti che non hanno commesso veri e propri crimini ma che restano in carcere per mesi solo per aver violato le norme della “Bossi-Fini”, la legge sull'immigrazione. Per queste persone sarebbe molto più utile (oltreché meno oneroso per la comunità) predisporre interventi sociali efficaci e ricorrere a pene alternative alla detenzione. Il carcere finisce invece spesso per trasformarsi in un ostacolo insormontabile a quel reinserimento sociale che dovrebbe costituire, secondo la nostra Costituzione, il vero scopo della pena”.Chiunque esca dal carcere, anche dopo brevi periodi di detenzione, ha enormi difficoltà a trovare un lavoro in regola e a ricominciare una vita onesta, senza contare che per molti è proprio in carcere che si viene a contatto con un mondo criminale molto più organizzato e potente rispetto a quello che si conosceva prima.
“Da sempre l'Osservatorio carcere e territorio insiste sulla necessità che gli enti locali cittadini si facciano carico dei problemi delle persone detenute, anche nel delicatissimo momento della scarcerazione Invece – denuncia Corrado Mandreoli, uno dei portavoce di questa importante rete di realtà milanesi che si occupano di carcere – in questi ultimi tempi a Milano abbiamo dovuto registrare ulteriori tagli nei servizi che si occupano di questi problemi, mettendo perfino a rischio la continuità di interventi fondamentali nel campo dell'accoglienza e dell'accompagnamento sociale e lavorativo all'uscita dal carcere”.

Antigone, associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, è nata alla fine degli anni ottanta nel solco dell'omonima rivista contro l'emergenza promossa, tra gli altri, da Luigi Ferrajoli, Massimo Cacciari, Stefano Rodotà e Rossana Rossanda. È un'associazione politico-culturale a cui aderiscono prevalentemente studiosi, magistrati, operatori penitenziari, parlamentari, insegnanti, cittadine e cittadini che a diverso titolo si interessano di giustizia penale. Ha come finalità statutarie lo studio, la ricerca e la sensibilizzazione culturale sul tema del diritto, dei diritti, della giustizia, delle pene. Promuove iniziative finalizzate a estendere il dibattito su tali tematiche e sugli aspetti che da esse derivano nel confronto politico; a sviluppare una crescente attenzione sociale sul tema dei diritti e delle garanzie nel sistema penale; ad analizzare e diffondere informazioni e conoscenze sulla condizione carceraria con lo scopo di perseguire il rispetto delle finalità costituzionalmente previste per la pena detentiva. Da anni, inoltre, Antigone partecipa anche a livello lombardo alla Conferenza Volontariato Giustizia ed è membro dell'Osservatorio carcere e territorio della città di Milano.

venerdì 7 marzo 2008

PERMESSI 104: PARERE DELLA FUNZIONE PUBBLICA

Il 18 febbraio 2008, il Dipartimento per la Funzione Pubblica ha diramato un Parere (il numero 13/2008) relativo ad alcuni aspetti applicativi dei permessi lavorativi concessi ai familiari di persone con handicap grave. Si tratta di una disposizione rilevante poiché interessa tutti i dipendenti pubblici, anche se è possibile che sia rivista in futuro dato che si è in attesa di una pronuncia, su questi temi, da parte del Consiglio di Stato su richiesta del Ministero dell'Economia.
Il Parere, emanato in risposta ad uno specifico quesito, verte sui requisiti di continuità ed esclusività dell'assistenza introdotti dalla Legge 53/2000. Come si ricorderà, l'articolo 20 ha precisato che le agevolazioni lavorative spettano "anche qualora l'altro genitore non ne abbia diritto". I permessi lavorativi, inoltre sono stati estesi "ai famigliari lavoratori, con rapporto di lavoro pubblico o privato, che assistono con continuità e in via esclusiva un parente o un affine entro il terzo grado portatore di handicap, ancorché non convivente". I permessi lavorativi, quindi, spettano - a prescindere dalla convivenza - anche a quei familiari che assicurano l'assistenza con continuità e in via esclusiva alle persone con handicap grave.I concetti di continuità ed esclusività sono stati oggetto di diverse interpretazioni da parte degli istituti previdenziali (INPS e INPDAP) e dello stesso Ministero del Lavoro. Ora il Dipartimento della Funzione Pubblica esprime il suo orientamento.Vale la pena di ricordare che la continuità e l'esclusività dell'assistenza, non hanno comunque rilevanza nel caso dei permessi concessi ai genitori di persone con disabilità con essi conviventi.

Continuità

Il Dipartimento ritiene che il Legislatore abbia voluto collegare in senso stretto la concessione dei permessi al requisito definito dall'articolo 3 comma 3 della Legge 104/ e cioè collegando la situazione di gravità alla necessità di un intervento assistenziale "permanente, continuativo e globale": la situazione di handicap grave, richiede per definizione l'assistenza continuativa.

Secondo il Dipartimento Funzione Pubblica la continuità sussiste soltanto quando l'assistenza è prestata non in maniera saltuaria od occasionale ma "con assiduità e costanza, in modo tale da prestare un servizio adeguato e sistematico ossia regolare alla persona handicappata". Si tratta, fin qui, di considerazioni non dissimili a quelle espresse da INPS e INPDAP. Ma precisa anche il Dipartimento che la continuità dell'assistenza non costituisce la finalità del permesso, e tale non potrebbe essere data l'esigua consistenza degli stessi, pari a tre giorni al mese, ma ne costituisce, al contrario, il presupposto di fatto legittimante.

Nella sostanza, se non preesiste la continuità dell'assistenza, sistematica e costante al di fuori dell'orario di lavoro, i permessi non vanno concessi.

Dopo queste precisazioni il Dipartimento non fornisce alcuna indicazione per l'applicazione operativa, anzi Il Dipartimento Funzione Pubblica precisa che l'esclusività va intesa nel senso che vi sia un solo lavoratore che richiede i permessi lavorativi e che ne fruisce. Questi vanno concessi, quindi, anche nel caso vi siano nel nucleo familiare altre persone in grado di prestare assistenza. In questo il Dipartimento è in linea con le indicazioni già fornite dall'INPS e dal Ministero del Lavoro.La condizione va autocertificata dal lavoratore interessato e valutata dall'amministrazione competente. attribuisce discrezionalità alle amministrazioni interessate: "la situazione sarà valutata di volta in volta e a seconda delle circostanze concrete da parte dell'amministrazione interessata". La condizione della continuità va autocertificata dal lavoratore interessato e valutata dall'amministrazione competente (solitamente l'ufficio personale o risorse umane).

Esclusività

Il Dipartimento Funzione Pubblica precisa che l'esclusività va intesa nel senso che vi sia un solo lavoratore che richiede i permessi lavorativi e che ne fruisce. Questi vanno concessi, quindi, anche nel caso vi siano nel nucleo familiare altre persone in grado di prestare assistenza. In questo il Dipartimento è in linea con le indicazioni già fornite dall'INPS e dal Ministero del Lavoro.

La condizione va autocertificata dal lavoratore interessato e valutata dall'amministrazione competente.

mercoledì 5 marzo 2008

TARIFFE GIORNALIERE 2008 PER LE PRESTAZIONI IN RSA, RSD E CDD

A partire dal 1° gennaio 2008 le tariffe giornaliere per le prestazioni erogate in Rsa (Residenze sanitarie per anziani), Rsd (Residenze sanitarie per disabili), Cdd (Centri diurni per disabili), a carico del Fondo sanitario regionale sono ripartite come segue:

Delibera 6677 del 28 febbraio 2008

lunedì 25 febbraio 2008

SPORTELLO DISABILI MOBILE IN PROVINCIA DI COMO


Si svolgerà a Mariano Comense, Dongo e Gravedona, in provincia di Como, la primissima tappa del 2008 in collaborazione con la sede territoriale di Como, i servizi sociali di Mariano Comense, l'Ufficio di Piano di Gravedona e i servizi sociali di Dongo. L'Ufficio dell'Agenzia delle Entrate di Menaggio e di Cantù, sarà presente sul camper attraverso un funzionario per informare e orientare, con il supporto di materiale informativo tutte le persone con disabilità, Associazioni e familiari su tutte le agevolazioni fiscali, detrazioni IRPEF, aliquote agevolate, 730.


Il Camper, accessibile e attrezzato ad uso ufficio, sarà a disposizione dei cittadini disabili e delle loro organizzazioni, per offrire i servizi e l'esperienza pluriennale dello Sportello Disabili di Regione Lombardia. Il Camper continua il cammino realizzato in questi 4 anni e giungerà a toccare nel corso del 2008 altre 12 località lombarde. Sarà inoltre presente al Dishow di Brescia Montichiari, alle Feste del volontariato di Mantova e Sondrio, al Salone delle Autonomie locali di Rimini, a Campus 2008 a Monza e a Manifesta 2008 a Osnago(Lc).Lo Sportello Disabili Mobile è una iniziativa di Regione Lombardia DG Famiglia e Solidarietà Sociale, in collaborazione con Aias Milano, Anmic e Ledha. Punta a conseguire i seguenti obiettivi: offrire ai cittadini con disabilità e alle loro famiglie informazioni utili per migliorare la qualità della vita; rafforzare i legami tra lo Sportello Disabili e la rete dei servizi e delle iniziative locali; diffondere notizie su appuntamenti ed eventi per il mondo della disabilità in Lombardia.

Dove e quando il camper in provincia di Como?
Dongo: 11 marzo in Piazza Paracchini, davanti al Comune
Gravedona: 12 marzo in Piazza Trieste
Mariano Comense: 18 e 19 marzo in Piazza Roma vicino all'edicola
Risorse
Per informazioni Sportello Disabili Regione Lombardia Spazio Regione di Via Fabio Filzi, 22 - 20124 Milano tel. 02 67654740 - fax 02 67655503 dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 17.30 - venerdì dalle 9.00 alle 13.30

martedì 19 febbraio 2008

INFORTUNIO IN ITINERE ESTESO


Va riconosciuto l'infortunio in itinere al lavoratore che fa il tragitto con la sua auto se non ha preso l'autous a causa di uno sciopero.
Sentenza Cassazione N°3776 del 14 febbraio 2008.

INVALIDI, PENSIONI DA OTTO EURO AL GIORNO. L'AMNIC: "UNA FIRMA PER AUMENTARLE"


Proposta di legge di iniziativa popolare dall’Associazione dei mutilati e invalidi civili: l’obiettivo è equiparare le pensioni a quelle minime, portandole da 246 a 580 euro mensili. Pagano: “In campagna elettorale preoccupante calo di interesse sul welfare”.


ROMA - Una firma per non essere più costretti a sopravvivere con soli otto euro al giorno e annullare quelle discriminazioni fra pensionati che penalizzano, in modo paradossale, una delle fasce più disagiate, quella degli invalidi civili e degli inabili al lavoro. A chiederla è l'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic) che intende così dar forza alla sua proposta di legge di iniziativa popolare che mira a "mettere fine ad una inaccettabile ingiustizia" aumentando l'importo della pensione riservata a questa categoria di cittadini dagli attuali 246,73 euro a 580 euro al mese. "Sembra assurdo - recita una nota dell'associazione - ma oggi la condizione degli invalidi civili totali ((riconosciuti con il 100% e con meno di 60 anni) e quella di tutti gli invalidi civili parziali (dal 74 al 99%), per lo più inabili al lavoro, è quella di sopravvivere con 246,73 euro al mese, appena otto euro al giorno: infatti, nonostante le promesse di riforma e di incremento degli assegni, la maggior parte degli invalidi risulta tuttora esclusa dagli aumenti per le pensioni più basse previste a favore delle categorie disagiate e fissate invece a 580 euro al mese". In questo modo, secondo l'Anmic, il legislatore "ha creato una ingiusta disparità di trattamento fra pensionati, penalizzando peraltro la fascia di cittadini con handicap, più disagiata". La proposta di legge di iniziativa popolare mira ad equiparare le pensioni degli invalidi civili alle cosiddette pensioni minime, del resto già considerate - fa notare l'Associazione - "minimo vitale per assicurare una vita dignitosa". La raccolta delle firme si svilupperà sull'intero territorio nazionale nelle 103 sedi provinciali dell'Anmic e mira anche a riaccendere l'attenzione della politica a questi temi durante la campagna elettorale. "In questo momento di stallo dell'iniziativa di governo in attesa del risultato elettorale - afferma il presidente nazionale Giovanni Pagano - registriamo un preoccupante calo di attenzione sui temi del welfare e della disabilità": da qui la necessità di chiamare a raccolta "insieme agli invalidi e ai loro familiari anche tutti gli italiani" perché grazie alla "capacità di mobilitazione e al senso di responsabilità della società civile" venga restituita "visibilità e giustizia a questa fascia di cittadini oggi dimenticata".

venerdì 15 febbraio 2008

PRESENTATA AL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDO LA PETIZIONE PER MIGLIORARE GLI INTERVENTI NEL CAMPO DELLA SALUTE MENTALE


Ieri, la Campagna per la Salute Mentale nella quale è impegnata anche la cgil, ha presentato un appello ai consiglieri della Regione Lombardia affinchè le proposte contenute nella petizione 'Non c'è salute senza salute mentale' possano essere trasformate in una mozione da presentare in Consiglio. La petizione, lanciata il 28 settembre 2007 da un centinaio di associazioni lombarde, ha raccolto ben 35mila firme'Abbiamo chiesto ai consiglieri regionali di sottoscrivere la nostra petizione e di farla diventare una delibera - spiega don Virginio Colmegna, presidente della Campagna oltre che della Casa della Carità a http://www.superabile.it/ - 'Nel documento vi sono proposte concrete, vogliamo però che Formigoni e gli assessori alle politiche sociali Abelli e alla sanità Casati ci ascoltino.' Cinque le richieste conrenute nella petizione:- destinare il 5% del Fondo sanitario regionale a favore della salute mentale; - eliminare dalla normativa regionale ogni termine anagrafico per accedere alle strutture riabilitative residenziali; - istituire una Consulta regionale per la tutela dei diritti delle persone con disagio psichico; - rendere pubblico, e di conseguenza applicare, il Piano regionale della neuropsichiatria infantile; - promuovere servizi e politiche per l'integrazione territoriale.http://www.casadellacarita.org/

FAMIGLIA: 239 MILIONI DI EURO PER ASILI, CONSULTORI E DISABILI

Approvata ieri in Conferenza Unificata l'Intesa che garantisce quanto deciso in Finanziaria
È stata siglata ieri, in Conferenza Unificata, l'Intesa per garantire la prosecuzione delle attività previste dalla legge Finanziaria, che stanziavano per il 2008 la cifra di 239 milioni di euro per interventi a sostegno delle famiglie.
Piano straordinario per gli asili nido
Lo scorso anno, con una procedura concordata di Intese tra Stato Regioni e Province autonome, il Governo ha avviato il “Piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio educativi per la prima infanzia”. L'ammontare complessivo è stato pari a oltre 600 milioni di euro: ai 340 milioni di risorse statali cui si sono aggiunti 264 milioni di euro di cofinanziamento da parte delle Regioni delle Provincie autonome. In sinergia con il Piano è stato dato avvio ad una sperimentazione delle sezioni primavera, un'offerta educativa sperimentale destinata ai bambini dai due ai tre anni, alla quale il governo ha destinato 35 milioni si euro per il 2007. L'Intesa siglata ieri mette a disposizione per il 2008 ulteriori 117 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno circa 18milioni di cofinanziamento regionale. Le risorse complessive del Piano sale così a 774 milioni di euro.
Consultori familiari, abbattimento costi dei servizi per le famiglie numerose e riqualificazione delle badanti
L'Intesa di ieri mette subito a disposizione delle Regioni e delle Provincie autonome, anche per l'anno 2008, un importo complessivo di 97 milioni di euro da destinare al proseguimento delle iniziative sperimentali, avviate nel 2007 per:- riorganizzare i consultori familiari, per potenziare la presenza sul territorio di servizi integrati e multidisciplinari in grado di sostenere la maternità, aiutare le famiglie in difficoltà e prevenire la violenza sulle donne e i bambini;- sperimentare l'abbattimento dei costi delle tariffe e dei servizi essenziali per le famiglie con numero d figli pari o superiore a quattro;- riqualificare le attività delle assistenti famigliari (le cosiddette badanti) per garantire più sicurezza alle famiglie e nuove garanzie a queste lavoratrici. Persone non autosufficienti e famiglia
Con l'Intesa di ieri si avvia anche un programma innovativo per favorire progetti la permanenza o il ritorno nella comunità familiare di persone parzialmente o totalmente non autosufficienti. La finanziaria 2008 aveva indicato questa nuova finalità per le risorse del Fondo per le politiche della famiglia. Il Ministro delle Politiche per la Famiglia con il decreto di riparto del 22 gennaio 2008 ha destinato 25 milioni a tale iniziativa.

IMMIGRAZIONE: RINNOVO DEL PERMESSO PER GLI STRANIERI DETENUTI


Comunicato stampa, 15 febbraio 2008 http://www.ristretti.it/
La Garante dei diritti dei detenuti di Bologna, Avv. Desi Bruno, ha inviato una lettera di Ministri dell’Interno e della Giustizia chiedendo la revisione della Circolare che di fatto impedisce il rinnovo del permesso di soggiorno per gli stranieri detenuti.
Al Sig. Ministro dell’Interno
Al Sig. Ministro di Giustizia


Riferimento: Circolare Ministero dell’Interno 4 settembre 2001

Pregiatissimi, nella circolare in oggetto viene precisato che non può essere accolta una eventuale richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno presentata da detenuti stranieri, in quanto " superata" dal titolo di detenzione.
Mi permetto di segnalare, a distanza di alcuni anni dalla sua emanazione, l’opportunità di un " ripensamento" della medesima, nel senso di consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione europea detenuti presso gli istituti penitenziari dello Stato l’inoltro delle domande di rinnovo del permesso di soggiorno il cui termine scada in corso di detenzione.
Ciò al fine di evitare, in caso di risoluzione positiva della vicenda processuale, o comunque nel caso che sussistano comunque i requisiti per il mantenimento del titolo di soggiorno, che gli eventuali aventi diritto siano comunque destinatari di provvedimenti di espulsione o di allontanamento, immediatamente eseguibili e idonei, anche se impugnabili, a compromettere la possibilità di legale permanenza sul territorio.
A tal fine la accettazione della richiesta, in attesa di informazioni sull’esito del procedimento penale in corso, non comprometterebbe in alcun modo la decisione dell’autorità amministrativa, ma assicurerebbe la giusta tutela a coloro che comunque possono avere titolo al rinnovo e che si trovano in una situazione di evidente difficoltà. Quest’Ufficio auspica un fattivo interessamento e ringrazia dell’attenzione.

mercoledì 13 febbraio 2008

LAVORO NERO:STIMA ISTAT


La misura dell'occupazione non regolare nelle stime di contabilità nazionale

Periodo di riferimento: Anni 1980 - 2005

L’Istat http://www.istat.it/ diffonde le stime sul volume di lavoro, coerenti con gli aggregati economici che contribuiscono alla formazione del prodotto interno lordo realizzato nel periodo di riferimento. L’aggiornamento delle serie completa il processo di ricostruzione delle stime, conseguente alla revisione generale dei conti nazionali i cui risultati sono stati pubblicati a partire da dicembre 2005. Le stime dell’occupazione presentate sono coerenti con i dati nazionali diffusi a marzo 2007 e con quelli regionali del gennaio 2008. Le stime riguardano l’occupazione espressa in termini di occupati interni, posizioni lavorative e unità di lavoro. Ciascuna delle suddette misure fornisce una diversa informazione del contributo del fattore lavoro al processo di produzione: gli occupati interni rappresentano il numero delle persone fisiche occupate; le posizioni lavorative stimano il numero delle attività svolte da ciascun occupato; le unità di lavoro (ULA) misurano il numero teorico di lavoratori a tempo pieno. In ciascuna delle diverse misure di occupazione è possibile distinguere la componente regolare da quella non regolare.I dati a livello nazionale sono disponibili in serie storica (dal 1980 le unità di lavoro e dal 1991 gli occupati interni e le posizioni lavorative), con un dettaglio pari a 30 settori di attività economica (corrispondenti alla classificazione NACE-Rev.1.1) e con informazioni distinte per ciascuna posizione nella professione (dipendente e indipendente). Stime regionali sulle unità di lavoro non regolari sono fornite per quattro macrobranche a partire dal 2001, anno base delle nuove serie dell’occupazione. Le nuove serie di dati sostituiscono ed aggiornano quelle presentate il 16 dicembre del 2005 nella Statistica in breve “La misura dell’occupazione non regolare nelle stime di contabilità nazionale”.

venerdì 8 febbraio 2008

DPL Modena: LE RETRIBUZIONI AL 1° GENNAIO 2008


La Direzione Provinciale del Lavoro di Modena pubblica le retribuzioni, livello per livello, riferiti a 142 CCNL in vigore al 1° gennaio 2008.
Le retribuzioni al 1° gennaio 2008

venerdì 1 febbraio 2008

NOTIZIE DALLA REGIONE LOMBARDIA


BURL N°5 del 28 cennaio 2008:


  1. Prime indicazioni per l'attuazione di interventi mirati al sostegno del lavoro di cura prestato da assistenti familiari;

  2. Indicazione per i piani di formazione per il personale dei servizi sociali e socio-sanitari

CRISI DI GOVERNO. ANNULLATO IL VIAGGIO NELLE REGIONI DEL MINISTRO FERRERO SUI TEMI DELL DISABILITA'

Lo annuncia lo stesso titolare della Solidarietà sociale nel corso della sua ultima conferenza stampa da ministro. ’’Insensato chiedere pareri su interventi che non saremo noi a realizzare’’. L’auspicio è che la Conferenza nazionale prevista a giugno a conclusione del viaggio possa comunque essere organizzata

ROMA - Una delle cose che più amareggiano il ministro Ferrero, insieme al mancato risultato della riforma delle leggi sull'immigrazione, è di non aver potuto portare a termine i progetti nel campo della disabilità. Parlando a Palazzo Chigi durante la sua ultima conferenza stampa come ministro, oggi Ferrero ha spiegato che, per ragioni evidenti, il viaggio sulla disabilità che era stato appena avviato con la prima tappa, sarà annullato. Non ha senso - ha risposto il ministro a una domanda sul tema - andare in giro per l'Italia a chiedere pareri alle persone e suggerimenti per interventi politici che non saremo noi a poter realizzare. E' un vero peccato - ha aggiunto Ferrero - perché sarebbe stata un'occasione importante di conoscenza e verifica così come è stato il viaggio nell'Italia dell'immigrazione. Per quanto riguarda la Conferenza nazionale sulla disabilità, che avrebbe dovuto essere l'obiettivo finale del viaggio, il ministro uscente non ha escluso del tutto che non si possa mettere in calendario. Ovviamente - ha precisato Ferrero - non potrò essere io a decidere. Ora la palla è nelle mani dei dirigenti del ministero che rimangono e che hanno tutti gli strumenti per poter continuare il lavoro avviato. Si tratta, come è evidente, di capire quali saranno gli sviluppi politici della crisi e di capire quale sarà il destino del ministero della Solidarietà. Uno dei successi di cui invece il ministro Ferrero può dirsi fiero è quello legato alla monitoraggio della spesa sociale nelle regioni. "Quando siamo arrivati al ministero - ha spiegato oggi - non si era in grado di capire come venivano spesi i soldi, il grado di spesa delle singole regioni e le destinazioni delle risorse. Abbiamo costruito noi un nuovo sistema di monitoraggio e un sistema di controllo della spesa sociale per evitare confusioni e il fenomeno più consueto della invisibilità della spesa".

mercoledì 30 gennaio 2008

MINISTERO DEL LAVORO: NORMATIVA DISABILI ED ESCLUSIONI NEL SETTORE EDILE PER IL PERSONALE DI CANTIERE


La Direzione Generale del mercato del lavoro del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, con nota prot. n. 13/III/ 002256 del 29 gennaio 2008, ha chiarito che, in base a quanto previsto dall’art. 1, comma 53, della Legge n. 247/2007 (Protocollo del Welfare), i datori di lavoro appartenenti al settore edile, ai fini della determinazione della base di computo su cui calcolare gli obblighi previsti dalla Legge n. 68 del 1999, effettueranno le esclusioni con riferimento al “personale di cantiere” ed agli “addetti al trasporto”.
Infatti, il citato comma 53 ha inserito all’art. 5, comma 2, della legge 12 marzo 1999, n. 68 un successivo periodo che prevede che “non sono inoltre tenuti all’osservanza dell’obbligo di cui all’art. 3 i datori di lavoro del settore edile per quanto concerne il personale di cantiere e gli addetti al trasporto del settore”.

lunedì 28 gennaio 2008

TARIFFE: NEGLI ULTIMI DIECI ANNI CRESCIUTE IL DOPPIO DELL'INFLAZIONE


In dieci anni, le tariffe dei servizi degli enti locali sono cresciute molto più dell’inflazione. A fronte di un’ inflazione cresciuta del 25%, le tariffe pagate dai cittadini per acqua, gas, rifiuti e trasporti urbani hanno infatti segnato un vero e proprio boom con aumenti a volte quasi tre volte superiori al tasso di crescita dei prezzi.
E’ il caso dell’acqua che, tra il 1997 e il 2006, come emerge dal rapporto di Unioncamere sulle società degli enti locali, ha messo a segno un +61,4%. Andamenti simili sono stati registrati anche per le tariffe del gas, oltre il 45%, dei rifiuti (+43%) e dei trasporti urbani (+35%).
Unica eccezione la crescita delle tariffe elettriche che sono aumentate a ritmi inferiori all’inflazione (+20,8%).
“In una fase contraddistinta dal un tendenziale ristagno del reddito disponibile - sottolinea Unioncamere - gli adeguamenti tariffari hanno avuto un impatto particolarmente pesante sui bilanci delle famiglie”. Nel 2006, infatti, la spesa totale dei consumatori per i principali servizi di pubblica utilità ha raggiunto i 39.017 milioni di euro, con un aumento del 48,9% rispetto al 1997. “In generale - aggiunge l’associazione - le tariffe hanno mostrato una significativa accelerazione a partire dai primi anni 2000, cioè a cavallo del changeover”. Proprio con il passaggio dalla lira all’euro, l’Italia sembra infatti aver cercato di adeguarsi al resto d’Europa. Nonostante ciò, nel nostro Paese le tariffe dell’acqua, dei rifiuti e dei trasporti urbani, risultano ancora inferiori a quelle vigenti negli altri paesi dell’Ue. Così come il costo del biglietto dei mezzi di trasporto pubblico che, nelle nostre città non è mai superiore a 1 euro a fronte di valori medi europei che oscillano tra 1 e 2,2 euro. Ma, si sottolinea, “proprio perché alcuni Paesi europei sono partiti da livelli più elevati rispetto all’Italia, l’insieme dell’area dell’euro presenta in media tassi di crescita più contenuti per la tariffe praticate alle famiglie, ad eccezione soltanto di quella del gas che è rincarata notevolmente soprattutto per effetto del sensibile rialzo dei listini registrato in Germania”.
Secondo i dati Eurostat, infatti, nell’ultimo decennio il prezzo del gas naturale ha segnato nell’Eurozona un aumento del 70,2%, quello dei rifiuti urbani del 42,8%, quello dell’acqua del 28% e quello dell’energia elettrica del 15%.
A questo dato, il Codacons aggiunge ulteriori rincari: quelli “selvaggi registrati nei prezzi”. Negli stessi dieci anni, sottolinea infatti il presidente Carlo Rienzi, questi sono cresciuti dell’80%, causando non poche difficoltà a “migliaia di famiglie che non riescono più ad arrivare alla fine del mese”. “Un boom che ha avuto il suo picco con l’introduzione dell’euro, quando si è assistito ad arrotondamenti selvaggi dei listini in tutti i settori”. Per questo, sottolinea Rienzi, “il rischio concreto è quello di un eccessivo indebitamento per far fronte anche alle spese primarie, e di un aumento impressionante dei nuclei che nei prossimi 2 anni entreranno nella fascia di povertà”.

giovedì 24 gennaio 2008

UNA FESTA PER I BAMBINI DI ORNELLA



L'associazione I Bambini di Ornella invita soci, socie amici e simpatizzanti a partecipare alla Bicchierata del tesseramento 2008, organizzata per venerdì 25 gennaio 2008 alle 20.30 presso il Salone della Cà d'industria in via Brambilla 61 a Como.
Nel corso della serata, che sarà allietata dal gruppo musicale Musica Spiccia con un programma di "Musica dal Mondo", si discuterà delle iniziative in programma a sostegno del Centro di accoglienza di Kelle, in Senegal.
Per informazioni: email info@ibambinidiornella.org

venerdì 18 gennaio 2008

IL 40% DELLA SPESA SOCIALE DEI COMUNI AFFIDATA AL VOLONTARIATO


Da un'indagine Auser, risulta che il 40,3% della spesa sociale dei Comuni capoluogo di Provincia, nel 2006, è stato gestito attraverso le Cooperative sociali e dal volontariato; per entrare compiutamente nei risultati della ricerca sul Rapporto fra Enti locali e Terzo Settore, pubblichiamo il COMUNICATO STAMPA.
Roma, 18 gennaio 2008
Il 40,3% della spesa sociale dei comuni capoluogo di Provincia, nel 2006 risulta gestita attraverso l'intervento delle Cooperative sociali e dal volontariato. Una percentuale che si innalza fino al 60% nelle città più grandi, come Bari e Firenze.
Un pubblico che arretra e un privato che avanza, una tendenza sempre più evidente e diffusa, accompagnata da problemi di trasparenza, di regole poco chiare, di problemi di controlli sulla qualità delle prestazioni. E' uno degli aspetti più preoccupanti che emerge dall'indagine promossa dall'Auser che fotografa la realtà del rapporto tra "Enti locali e Terzo Settore" realizzata da Francesco Montemurro e che verrà presentata a Roma mercoledì 23 gennaio presso la Cgil Nazionale (Sala Santi) alle ore 10 in una Tavola Rotonda a cui parteciperanno: Michele Mangano, presidente nazionale Auser; Francesco Montemurro Responsabile dell'indagine; Stefano Daneri Cgil nazionale; Riccardo Terzi Segretario nazionale Spi-Cgil; Maria Guidotti Portavoce Forum nazionale del Terzo Settore; Loreto Del Cimmuto direttore Lega delle Autonomie Locali; Arturo Bianco Anci.
"Al centro delle relazioni tra enti locali e organismi del cosiddetto Terzo settore c'è un enorme paradosso - sottolinea Michele Mangano, presidente nazionale Auser- Infatti, a fronte del rilevante apporto che Associazioni e Imprese sociali forniscono alla gestione dei servizi sociali, le autonomie locali sono ancora inadempienti nella creazione di un sistema di regole davvero efficiente e trasparenti, per consentire al Terzo settore di erogare servizi di qualità e svolgere una funzione importante anche in termini di programmazione e di sussidiarietà orizzontale".
Lo spaccato che emerge dall'indagine dell'Auser fa molto riflettere. Secondo dati della ricerca sono soprattutto i grandi Comuni - dove la crescente domanda di assistenza necessita, per poter essere soddisfatta, di un numero elevato di operatori - che affidano all'esterno la gestione dei servizi sociali e alla persona. Oltre a Bari e Firenze, anche Roma e Catania ormai gestiscono oltre il 50% della spesa sociale attraverso gli organismi del terzo settore. Il Comune di Milano, invece, acquista servizi dall'esterno solo per il 32% della spesa sociale, assicurando le prestazioni sociali ai cittadini non attraverso l'aumento del numero degli operatori sociali, quanto piuttosto ricorrendo alla concessione di contributi monetari alle famiglie, le quali si rivolgono a loro volta alle cooperative e alle altre imprese sociali per ricevere i servizi.
La ricerca dell'Auser ha inoltre esaminato i bandi pubblicati, (l'indagine ha concentrato l'attenzione soprattutto sui principali, pubblicati sulla stampa nazionale), riguardanti l'affidamento all'esterno di servizi sociali (ad esempio, assistenza domiciliare ed educativa territoriale, asilo nido e gestione della mensa, ecc.).
Sono ancora tante le amministrazioni locali che predispongono bandi poco chiari e generici nelle parti che riguardano i rapporti gestionali tra ente committente e affidatario, e soprattutto sulla base della formula del massimo ribasso rispetto alla base d'asta. Tra maggio e settembre 2007, i Comuni hanno indetto 157 selezioni pubbliche e ristrette per appaltare a imprese sociali e associazioni la gestione di servizi sociali, per una spesa prevista di 40,3 milioni di euro.
Quasi due gare su dieci sono state indette sulla base del criterio di aggiudicazione cosiddetto del "massimo ribasso". Tale formula è volta a premiare esclusivamente i ribassi proposti dalle imprese sociali rispetto alla base d'asta o prezzo base progettato dal Comune, ignorando, in definitiva, le componenti tecniche e qualitative delle offerte.
Nei comuni più piccoli resiste, per esempio, la prassi degli affidamenti diretti per la gestione di servizi e interventi sociali, in assenza di procedure ristrette o aperte di gare e anche della formula del confronto fra preventivi.

Il fenomeno coinvolge il 75% dei comuni e si manifesta per importi non superiori a 20.000 euro. Si stima che la cifra affidata direttamente nel 2007 è di circa 8 milioni di euro.
L'indagine dell'Auser evidenzia inoltre gravi inadempienze delle Regioni che a 7 anni dall'approvazione della legge 328/2000, non hanno ancora completato le procedure per rendere operativo l'istituto dell'accreditamento dei servizi sociali, necessario a regolamentare il rapporto tra enti locali e imprese sociali e a fissare standard di funzionamento e di gestione delle strutture e dei servizi. Fino ad oggi solo 3 amministrazioni (Marche e Veneto e la provincia di Trento) hanno concluso il percorso di modernizzazione dei propri sistemi di offerta dei servizi sociali. Vi è poi un gruppo di regioni (Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta e la provincia di Bolzano) che ha avviato le procedure senza però giungere a risultati concreti. Solo le regioni Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sardegna e Sicilia non hanno ancora definito alcun sistema di accreditamento.

giovedì 17 gennaio 2008

LA REGIONE SANCISCE LE MODALITA' DI UTILIZZO DEL FNPS (Fono Nazionale Politiche Sociali)


Nella riunione della Giunta regionale dello scorso 27 dicembre, è stata emanata la Delibera di riparto del Fondo Nazionale Politiche Sociali.
Si tratta della Delibera attaverso cui la regione assegna i fondi per la gestione della L.328/00 ai Distretti della nostra Regione.
DGR 6398/07
Note di lettura

lunedì 14 gennaio 2008

CONSULTORI FAMILIARI BOOM DEI PRIVATI


Un'indagine della CGIL di Milano evidenzia in Lombardia una profonda crisi dei Consultori familiari pubblici a vantaggio delle strutture ptivate.

I presidiu pubblici vedono costantemente diminuire le risorse ed il personale in calo dell'8,5% a fronte di un aumento nel settore privato stimabile in un 40%.

Peraltro le strutture private non garantiscono tutti i servizi inerenti la L.194.

giovedì 10 gennaio 2008

nel carcere di Busto Arsizio, come in una tomba



10 gennaio 2008


Credo che sia difficile immaginare quali siano le reali condizioni carcerarie; mi è sembrato giusto dare spazio a questa testimonianza che è riferita ad una realtà vicina a noi.

F.V.


Caro Arena, ti scrivo anche a nome dei miei compagni di detenzione per dirti com’è la realtà qui nel carcere di Busto Arsizio. Devi sapere che siamo costretti a vivere in tre persone dentro cellette di 6 mq. Si tratta di celle piccole fatte per un solo detenuto, mentre noi ci stiamo in tre. Noi viviamo in tre dentro queste cellette per 22 ore al giorno e il nostro unico svago è fare l’ora d’aria. Qui manca di tutto. Per noi detenuti non c’è lavoro né corsi di formazione. Il nulla del nulla. La cella e basta.
Siamo trattati in modo indistinto. Nel senso che tutti sono uguali. Nessuno di noi può chiedere qualcosa di diverso da quello che prevede il carcere. Siamo numeri e basta. Il fatto di vivere sempre in una piccola cella la dice tutta. È come vivere in un cimitero, ma dentro la tomba. Noi detenuti di Busto chiediamo solo una cosa: poter fare un lavoro mentre stiamo in carcere. Un lavoro che ci consenta di non tornare a delinquere una volta liberi.

Giuseppe dal carcere di Busto Arsizio

mercoledì 9 gennaio 2008

CONVENZIONE INTERNAZIONALE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITA'


Il 28 dicembre 2007 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge di ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che dovrà ora seguire l'iter parlamentare.
La prima grande Convenzione internazionale in materia di diritti umani del Terzo Millennio.
L'Italia - che ha sottoscritto anche il protocollo opzionale (testo in inglese - file in formato .pdf) di tale Convenzione – si è impegnata ad accelerarne il più possibile il processo di ratifica con i necessari interventi legislativi al fine di darrne concreta applicazione.
Il 30 marzo 2007 a New York, nella sede delle Nazioni Unite, infatti, il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero ha firmato, per l’Italia, la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006.
La Convenzione, che riguarda oltre 650 milioni di persone che in tutto il mondo sono costrette a convivere con le difficoltà legate alla loro condizione e alle discriminazioni più diverse, riafferma i diritti inalienabili che appartengono a ciascun individuo e che non possono essere negati proprio alla parte più fragile della popolazione.
Principi generali della Convenzione
il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone;
la non discriminazione;
la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società;
il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa;
la parità di opportunità;
l’accessibilità;
la parità tra uomini e donne;
il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità.

A questo sforzo collettivo l’Italia ha fornito un importante contributo, offrendo la propria esperienza consolidata negli ultimi decenni nel campo della promozione e tutela di questi diritti.
L’Italia è annoverata tra i paesi più avanzati nel campo dell’affermazione dei diritti delle persone con disabilità. Il nostro ordinamento, infatti, già con la legge 5 febbraio 1992, n. 104 ha inteso garantire il pieno rispetto della dignità e i diritti di libertà ed autonomia della persona con disabilità, attuando nel contempo il principio del mainstreaming in tutte le politiche ed i provvedimenti che possano riguardare la condizione di disabilità. Tuttavia le dinamiche sociali, culturali, scientifiche ed economiche impongono che un sistema normativo, per quanto complesso ed avanzato, metta in atto, con tempestività, processi di aggiornamento e revisione degli strumenti di cui dispone, per accrescere, a tutti i livelli, l’inclusione sociale e la diretta partecipazione delle persone con disabilità.


Fonte: ministero della Solidarietà Sociale

lunedì 7 gennaio 2008

NUOVE DISPOSIZIONI SULLE PENSIONI DI REVERSIBILITA'

La pensione di reversibilità è una prestazione previdenziale che viene corrisposta al coniuge del lavoratore deceduto e, in particolari condizioni, ai figli dello stesso. Particolari condizioni vengono previste per i figli totalmente inabili al lavoro che al momento del decesso del lavoratore (o pensionato) siano a suo carico. Fino ad oggi la pensione di reversibilità non viene erogata se il figlio disabile svolge una pur minima attività lavorativa retribuita, anche se questa viene svolta in cooperative o altre realtà con finalità più terapeutiche o occupazionali che di reale sostentamento economico. Il paradosso è stato sollevato già da parecchio tempo da molte associazioni e dalla Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap.
Nel cosiddetto Decreto Mille Proroghe di fine anno (ormai una consuetudine normativa) fra le molte disposizioni su altri aspetti, ve n'è anche una che sanerebbe, se convertita in legge entro 60 giorni dal Parlamento, almeno quel paradosso relativo alla pensione di reversibilità.
L'articolo 46 del Decreto Legge 31 dicembre 2007, n. 48 prevede che l'attività lavorativa svolta con finalità terapeutica dai figli riconosciuti inabili, con orario non superiore alle 25 ore settimanali, presso le cooperative sociali, o presso datori di lavoro che assumono i persone disabili con convenzioni di integrazione lavorativa (articolo 11, legge 12 marzo 1999, n. 68) non preclude l'erogazione della pensione di reversibilità. La finalità terapeutica dell'attività lavorativa viene accertata dall'ente erogatore della pensione ai superstiti (INPS, INPDAP ecc.)
Una novità però riguarda anche la retribuzione minima percepita dai disabili. Il Decreto prevede che non possa essere inferiore al trattamento minimo delle pensioni a carico dell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti incrementata del 30 per cento.
Non rimane che attendere la conversione in legge che può avvenire o meno, oppure prevedere modificazioni.

DECRETO-LEGGE 31 dicembre 2007, n. 248 "Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria"(Pubblicato in GU n. 302 del 31-12-2007)


Art. 46.Disposizioni in favore di inabili
1. All'articolo 8 della legge 12 giugno 1984, n. 222, dopo il comma 1 sono aggiunti i seguenti:"1-bis. L'attività svolta con finalità terapeutica dai figli riconosciuti inabili, secondo la definizione di cui al comma 1 con orario non superiore alle 25 ore settimanali, presso le cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381, o presso datori di lavoro che assumono i predetti soggetti con convenzioni di integrazione lavorativa, di cui all'articolo 11 della legge 12 marzo 1999, n. 68, non preclude il conseguimento delle prestazioni di cui al citato articolo 22, comma 1, della legge 21 luglio 1965, n. 903.1-ter. L'importo del trattamento economico corrisposto dai datori di lavoro ai soggetti di cui al comma 1-bis non può essere inferiore al trattamento minimo delle pensioni a carico dell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti incrementato del 30 per cento.1-quater. La finalità terapeutica dell'attività svolta ai sensi del comma 1-bis è accertata dall'ente erogatore della pensione ai superstiti.1-quinquies. All'onere derivante dal presente articolo, pari a 1,2 milioni di euro annui a decorrere dal 2008, si provvede per gli anni 2008 e 2009 mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 5 dell'articolo 10 del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, e per l'anno 2010 mediante corrispondente riduzione della proiezione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2008-2010, nell'ambito del fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, allo scopo parzialmente utilizzando quanto a euro 400.000 l'accantonamento relativo al Ministero della solidarietà sociale e quanto a euro 800.000 l'accantonamento relativo al Ministero del lavoro e della previdenza sociale.".

giovedì 3 gennaio 2008

PROVVIDENZE ECONOMICHE PER INVALIDI CIVILI, CIECHI CIVILI E SORDOMUTI - Importi e limiti reddituali per il 2008

Ogni anno vengono ridefiniti, collegandoli agli indicatori dell'inflazione e del costo della vita, gli importi delle pensioni, assegni e indennità che vengono erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordomuti e i relativi limiti reddituali previsti per alcune provvidenze economiche.Per il 2008 importi delle provvidenze e limiti reddituali sono stati fissati dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell'INPS con Circolare del 28 dicembre 2007, n. 142.

Nella tabella che segue riportiamo gli importi in euro, comparati con quelli del 2007.
www.handylex.org


mercoledì 2 gennaio 2008

ACCORDO 23 LUGLIO 2007: TESTO DEFINITIVO

Il Sole 24 ore pubblica il testo definitivo del disegno di legge contenente le «Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l’equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale». Il provvedimento è stato approvato definitivamente dal Senato venerdì 21 dicembre ed è in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

TESTO COMPLETO

FINANZIARIA 2008 E PERSONE CON DISABILITà

Il Senato della Repubblica ha approvato, in via definitiva, la manovra finanziaria per il 2008. Forniamo alcune iniziali indicazioni, anticipando alcuni elementi della nostra successiva analisi che comprende anche la presentazione delle disposizioni contenute nel Collegato fiscale alla Finanziaria, e al cosiddetto protocollo del Welfare, disposizioni approvate negli stessi giorni della Finanziaria.Nel testo approvato della Finanziaria le novità per le persone con disabilità sono estremamente limitate e di scarsa portata innovativa.

Fondo per le non autosufficienze
La Legge Finanziaria per il 2007 (L. 296/2006) aveva istituito il Fondo per le non autosufficienze, per supportare a livello locale l'assistenza a persone con grave dipendenza assistenziale. La Legge Finanziaria per il 2008 ha incrementato di 100 milioni di euro la dotazione per quest'anno che quindi sale a 300 milioni. Per il 2009 il Fondo sarà di 400 milioni di euro. La cifra viene considerata da molti analisti largamente insufficiente a coprire le necessità assistenziali delle persone con grave disabilità.

Fondo per la mobilità dei disabili
È stato istituito presso il Ministero dei Trasporti un nuovo "Fondo per la mobilità dei disabili" che, lungi da quanto farebbe supporre il nome, è destinato a finanziare "interventi specifici destinati alla realizzazione di un parco ferroviario per il trasporto in Italia e all'estero dei disabili assistiti dalle associazioni di volontariato operanti sul territorio italiano". Come è facile intuire, non si tratta di interventi per la piena accessibilità al trasporto pubblico in condizioni di pari opportunità, ma piuttosto di interventi per carrozze ferroviarie (alcune già esistenti) usate prevalentemente per i pellegrinaggi gestiti da alcune associazioni.Il Fondo è finanziato con 5 milioni di euro nel 2008, e altri 3 per ciascuno degli anni 2009 e 2010, ma vi possono confluire donazioni e sponsorizzazioni di privati o aziende.

5 per mille
È stato confermato lo strumento del 5 per mille Irpef pur limitando la spesa massima a 380 milioni di euro. Come si ricorderà ogni contribuente può destinare il 5 per mille delle imposte dovute allo Stato ad Associazioni ONLUS e di volontariato. Nel testo approvato sono presenti anche misure che dovrebbero rendere più rapida ed efficace la definitiva erogazione del 5 per mille alle associazioni.

Congedi e adozioni
La Legge Finanziaria interviene sul Testo unico sulla maternità e paternità (D. Lgs. 151/2001) rivedendo in modo più favorevole le disposizioni a favore dei genitori adottivi e affidatari. Con le nuove regole il congedo di maternità (5 mesi) può essere fruito dal momento dell'ingresso del minore nel nucleo; nel caso di adozioni internazioni viene ammessa la concessione anche prima dell'ingresso in famiglia nel periodo di permanenza all'estero dei genitori adottivi o affidatari per lo svolgimento delle pratiche burocratiche o di incontro con il minore. Del congedo di maternità può fruire in alternativa anche il padre.Il congedo parentale, invece, potrà essere fruito dai genitori adottivi e affidatari, qualunque sia l'età del minore entro 8 anni dall'ingresso nel nucleo, entro la maggiore età.

Barriere e servizio civile
Fra le lacune più evidenti della nuova Legge finanziaria si segnala il mancato finanziamento della Legge 13/1989, quella che prevede il contributo per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.Vi era inoltre una particolare attesa rispetto al Servizio Civile di cui si avvalgono molte associazioni per il supporto a persone con grave disabilità. Nelle versioni precedenti all'approvazione, era stata inserita una nuova regola che prevedeva che nell'ambito dei "fondi destinati ai progetti di impiego dei volontari del servizio civile nazionale stabilita una quota di riserva non inferiore al 30 per cento in favore dei progetti aventi finalità di assistenza diretta o indiretta a persone con disabilità fisica, psichica o sensoriale grave". La disposizione avrebbe concesso di garantire lo svolgimento di un numero maggiore di giovani in servizio civile a favore delle persone con handicap grave. La norma proposta è stata soppressa durante l'ultimo esame della Camera.